E’ giunto “quel momento” dell’anno: il momento in cui devi sfoggiare per forza un abito …
Chi fa moda vive nella continua ricerca d’idee nuove e innovative, ed è questo l’humus nel quale s’inserisce il cool hunter, in italiano “cacciatore di tendenze”, o meglio in gergo “cacciatori di coolness”.
Da molti considerata una nuova professione questa figura è oramai consolidata, tanto che le grandi case di moda non possono più farne a meno.
Basso profilo, curioso, attento ed istintivo, il cool hunter, lavora sulla strada, armato di macchina fotografica e block notes, è un viaggiatore, ogni luogo, ogni dettaglio, ogni persona può rivelarsi utile per trovare nuove tendenze. Un film, un evento, una ragazzina che gioca al parco, ogni piccolo particolare può far scattare la scintilla che innesca il meccanismo creativo che genera le collezioni delle stagioni successive. La sua giornata è un safari di influencer, quei soggetti che vivono la moda in maniera concettuale e ne fanno progetto di vita.
Il suo lavoro non è tangibile, produce suggestioni creative, prive di forma e corpo, insomma anticipa i nostri desideri.
Per i più critici invece sono parte del diabolico ingranaggio del sistema moda, veri e propri creatori di futili bisogni legati a uno degli aspetti più superficiali dell’esistenza umana, ma per noi fashion addicted sono cacciatori di sogni…
Who works with fashion lives in the continuous research for new and innovating ideas, and this is the humus where the “cool hunter” or in italian “cacciatore di tendenze” or “cacciatore di coolness” has to survive. Considered a new job by many people, this figure is by now well funded, so much that the great maisons can’t do without it. Low profile, curios, instinctive, the cool hunter works on the street, with his camera and block notes, he’s a traveller, every place, every little thing can be useful to find new trends. A movie, an event, a little girl playing in the park, every small detail can start the creativity which brings to the invention of the next season collections. His work is not tangible, it produces creative suggestions, it reveals our wishes in advance. His days are always a safari through influencers, those subjects who live fashion in a conceptual way and make life plans with it. For the more critics instead, they’re part of the terrible engine of the fashion system, creators of meaningless needs linked to one of the most superficial aspects of human existence.
With love, Elena.