Un tempo periferia, oggi moderno polo del design, Ventura Lambrate non è solamente un affascinante …
“…A quel ballo aristocratico che segna il trionfo della bella e popolarissima Angelica di bianco e di rosa vestita sulla nobiltà palermitana esangue di ogni risorsa, grottesca e orrenda sotto gli strati di belletto e le sete rosse, giallo oro e verde smeraldo, Luchino Visconti dedico’ una sequenza molto lunga, quasi un terzo dell’intero film. Nel ballo (…)risiede il senso ultimo dell’opera, quel giro di valzer fra classi, quella lenta sostituzione dei gattopardi con gli sciacalli, secondo una delle immagini più ricorrenti ed evocate nel romanzo. Ricordava qualche anno fa Claudia Cardinale come Visconti insistesse nell’instillarle la coscienza della “sua”classe, perché su quella modellasse modi e toni: “Mi diceva che la mia Angelica era figlia della classe esosa, del nuovo potere”. E il nuovo potere partiva all’assalto delle posizioni cambiando innanzitutto il vestito, anzi, adeguandolo alla nuova situazione”. (…) L’abito rosa con cui si presenta al ballo dei Ponteleone al braccio del promesso sposo Tancredi diventa dunque la sua bandiera, simbolo non solo del suo debutto in società, ma dell’ingresso in un mondo negato fino a quel momento a tutta la sua famiglia. (…) A quell’abito color rosa da ballo (ma che il costumista Piero Tosi volle “bianco medusa”), Angelica arriva per gradi, esattamente come suo padre alla ricchezza e alla riconoscibilità, simboleggiata dall’evoluzione del frac che indossa nella prima e nell’ultima scena. Lungo tutto il romanzo padre e figlia salgono,e non solo metaforicamente, la scala dell’affermazione sociale. (…) Angelica ha il portamento della seduttrice nel senso proprio del termine; conduce a se’gli uomini nell’ondeggiare cadenzato, quasi circolare delle gonne(…) Il costumista Piero Tosi, avrebbe riprodotto questo incedere sensuale attraverso una tecnica particolare di sovrapposizione di stoffe e crinoline. Ma la scelta della foggia dell’abito,del colore e degli accessori e’improntata alla massima austerità e decenza virginale. (…) Tosi ricordava ancora al Corriere della Sera le difficoltà di reperimento dei gioielli d’epoca, ma anche delle crinoline e dei tessuti, per quella scena che mobilito’la troupe per quaranta notti nei saloni del grandioso palazzo Gangi a Palermo ma anche in una scuola vicina, ingombra in ogni aula(si era d’estate) di sottogonne, parrucche, abiti, vasellame, posate e bicchieri. Il ballo del Gattopardo segna l’inizio di una società sempre più frammentaria e non più legata al territorio. E questa società si sfalda, svapora nella traslucenza delle perle bellissime e modeste di Angelica, nelle roselline di stoffa e madreperla che porta fra i capelli e che Tosi aveva trovato presso un rigattiere parigino…”
da “La moda e’ un romanzo” di Fabiana Giacomotti , Cairo Editore
“… To that aristocratic ball, which marks the triumph of the beautiful and most popular Angelica, wearing white and pink, over the Palermo’s nobility deprived of every resource, grotesque and awful under many layers of make up and red, green and golden silks, Luchino Visconti dedicated a very long sequence, almost a third of the whole movie. In the ball (…) lies the ultimate meaning of the work, that round of waltz between classes, that slow substitution of “ocelots” for “jackals”, according to one of the most evocative images of the novel. A few years ago, Claudia Cardinale remembered how Visconti insisted that she had to adopt the conscience of “her” class, and use it to shape her tones and manners: “He told me that my Angelica was the daughter of the exorbitant class, of the new power”. And that New Power started conquering positions from the change of dress, or better adjusting it to the new situation”. (…) So, the pink dress she uses at the Ponteleone’s ball, taken by the arm to her fiancee Tancredi, becomes her banner, not only symbol of her social debut, but also of the entrance in a world that, before that moment had been forbidden to her whole family. (…) To that pink ball dress (which the costumer Piero Tosi, wanted to be “jellyfish white”), Angelica gets gradually, just like her father reached gradually the wealth, symbolized by the evolution of the evening dress he uses in the first and in the last scene. In the novel, father and daughter, climb, and not just metaphorically, up their way to social recognition. (…) Angelica’s posture is the one of a seducer, in the actual meaning of the word; she leads the men to herself in the rhytmical waving of the skirts (…) The costumer Piero Tosi, reproduced this sensual movement thanks to a juxtaposition of fabrics and crinolines. But the choice of the dress appearance, of its color and the accessories is studied to give a touch of great austerity and virginal decency. (…) Tosi remembered, in an interview with Corriere della Sera, the difficulties of finding jewels of that age, but also crinolines and fabrics, for the scene that costed 40 nights of work of the crew in the great halls of Palazzo Gangi in Palermo, but also in a school in the nearby, fulled in every classrom with petticoats, wigs, dresses, crockery and cups. The ball in The Leopard (1963) marks the beginning of a society increasingly more fragmented and untied from the territory. And this society fragmentates, evaporates in the translucent light of the wonderful pearls of Angelica, in the roses of fabric and mother-of-pearl she bears on the head which Tosi had bought from a Parisian junk shop…”
text from: “La moda è un romanzo”; Fabiana Giacomotti, Cairo Editore
with love, Elena
Libro meraviglioso e “Il gattopardo” non da meno. La scena del ballo seppur scontata è sempre emozionante, in pochi minuti si racchiudono anni di moda e di vita..come sempre però ho preferito il libro al film, dove sei rapita da un’inebriante descrizione di questa scena.
😉